Il rischio droga del giovane fumatore
Fra i ragazzi che fumano frequenti comportamenti a rischio:
sesso precoce, consumo di alcool e droghe, condotte antisociali.
Primi risultati di una recente indagine




di Silvia Bonino
Nell'adolescenza compaiono e sovente si stabilizzano comportamenti che possono compromettere la salute ed il benessere psicososicale presente e futuro del ragazzo. Questi comportamenti non si presentano in forma isolata, ma come degli insiemi di comportamenti a rischio e problematici, che riguardano sia la salute fisica che il benessere psicologico e sociale. Una recente indagine sui comportamenti a rischio per la salute attuati dagli adolescenti che frequentano la scuola superiore, realizzata su un ampio campione di più di 1000 studenti che vivono in Piemonte ha utilizzato un apposito ed ampio questionario (Bonino, 1995). Tra i primi scopi della ricerca vi erano la descrizione dei comportamenti messi in atto dagli adolescenti, la valutazione dell'influenza di alcune variabili sociodemografiche (ad esempio il genere, l'età, il luogo di vita, il tipo di scuola), l'analisi di alcune variabili psicosociali (ad esempio la relazione con la famiglia, con il gruppo, il senso di autonomia) in modo da arrivare ad una comprensione dei significati attribuiti ai comportamenti a rischio. Consideriamo qui i primi risultati relativi al fumo di sigaretta, che per la sua diffusione ed accettazione sociale costituisce uno dei comportamenti più interessanti da analizzare.

I dati relativi all'età di inizio del fumo indicano che il 65% dei ragazzi inizia a fumare entro i 14 anni, e che il 61% è ormai fumatore abituale entro i 15 anni; la tendenza è verso un anticipo dell'età di inizio (dai 15 ai 13 anni). Per quanto riguarda le variabili sociodemografiche, risultano significativi il sesso (i maschi iniziano prima e fumano di più), l'età (con l'età il fumo diventa più abituale) ed il tipo di scuola (i ragazzi delle scuole professionali fumano di più, mentre i ragazzi degli istituti tecnici e delle scuole professionali iniziano prima). Relativamente al luogo in cui è ubicata la scuola, fumano di più i ragazzi nei piccoli centri, così come diventano prima fumatori regolari quelli che vanno a scuola nei centri medi e piccoli. Anche riguardo al luogo di vita, iniziano a fumare prima in modo regolare i ragazzi che vivono nelle cittadine.

I significati del fumo
Questi risultati, unitamente all'analisi di alcune correlazioni, danno alcune indicazioni anche circa i significati che il fumo assume negli adolescenti. Il primo significato si riferisce al fumo come comportamento da adulti. Fumare sigarette sembra essere un modo visibile, addirittura ostentato, non rischioso sul piano sociale per dimostrare in modo esibito di essere adulti. L'accettazione sociale del fumo negli adulti, se pure ridotta in questi anni, è ancora elevata, e permette quindi di utilizzare questo comportamento senza grandi rischi. Significativamente, sono proprio i ragazzi delle scuole professionali e degli istituti tecnici, maggiormente proiettati verso l'autonomia precoce e l'inserimento meno ritardato nel mondo produttivo, a fumare di più. Questa interpretazione è confermata dall'alta correlazione con le scale del questionario relative all'autonomia, così come con altri comportamenti considerati normali nell'adulto, in particolare il comportamento sessuale. Questo tipo di significato indica che una riduzione del fumo negli adolescenti passa anche attraverso una riduzione del fumo come comportamento normale negli adulti.

Vi è però anche un significato trasgressivo, dovuto al fatto che si fa qualcosa che è sì normale nell'adulto, ma non nella prima adolescenza. La trasgressione consiste nell'affermare un'identità ad uno status di adulto che non è ancora riconosciuto, e nel quale no credono gli stessi adolescenti. Il significato trasgressivo è confermato dal fatto che il fumo viene nascosto ai genitori, e si correla positivamente con gli altri comportamenti problematici ed a rischio (sesso precoce, consumo di alcol e di droghe, comportamento antisociale), così come con il desiderio di provare sensazioni forti; al contrario, esso si correla negativamente con un atteggiamento di condanna della trasgressione.

Intrecciato ai precedenti, e complementare ad esso, vi è anche un altro significato legato alla vita di gruppo. Il fumo appare come un comportamento rituale, che serve ad aggregare il gruppo, a comunicare la propria appartenenza. I risultati indicano a questo riguardo che il fumo è maggiormente correlato alle attività di gruppo, ed alla sensazione di controllo da parte del gruppo. Inoltre fumatori e non fumatori si scelgono anche in base a questo tratto.

Il fumo non riveste invece la funzione, come spesso si crede, di ridurre l'ansia o la tensione; esso non risulta correlato con stati psicologici d'ansia e di incertezza. Esso sembra rispondere perciò più a significati sociali (identità di adulto, trasgressione controllata, vita di gruppo) che non individuali. Gli adolescenti da noi intervistati sono ampiamente consapevoli degli effetti negativi del fumo sul piano fisico, ma questa conoscenza non ha influenza sul loro comportamento, ad ulteriore dimostrazione di quanto non basti conoscere che un comportamento può avere conseguenze negative per non metterlo in atto.

Queste prime analisi, che verranno ulteriormente approfondite nei prossimi mesi dal gruppo di ricerca, danno già alcune indicazioni utili per l'intervento volto sia a prevenire il coinvolgimento nel fumo sia ad evitare che le prime esperienze si stabilizzino in abitudini consolidate. Tale intervento dovrebbe riguardare soprattutto la fascia d'età della scuola media inferiore e dei primi anni della scuola superiore, e non dovrebbe basarsi sulla descrizione dei danni provenienti dal fumo. Esso dovrebbe invece analizzare i significati - di adultità, di trasgressione, di ritualità di gruppo - che gli adolescenti attribuiscono al fumo, in modo da identificare con gli adolescenti stessi comportamenti alternativi e non lesivi per la salute, con i quali affermare la propra condizione di adulti ed i propri legami con il gruppo. Il coinvolgimento del gruppo di adolescenti e l'elaborazione di nuove norme di gruppo sono a questo riguardo essenziali.

Silvia Bonino

La ricerca cui si riferisce questo articolo è stata realizzata con il contributo della Regione Piemonte e della Fondazione J. Jacobs di Zurigo.
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